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Il romanzo epistolare e le sue evoluzioni: da Ovidio all’età contemporanea

Alda Merini, Montesquieu, Mary Shelley hanno scelto la forma epistolare per alcune delle loro opere. Dopo una breve sintesi sulle origini del genere, ecco i nostri consigli di lettura.

 

Scrivere una lettera, oggi, non è un gesto comune. Eppure, fino a solo qualche decennio fa, era del tutto normale sedersi alla scrivania con carta e penna per comunicare. Poteva trattarsi di lettere destinate ai genitori, per aggiornarli sulla propria vita, lettere a un’amica o un amico lontano, lettere per la persona amata. Abbiamo sempre usato la corrispondenza per rivelare i nostri sentimenti, per parlare degli avvenimenti importanti, per confessare la nostalgia. E se adesso apprezziamo la velocità delle comunicazioni telefoniche, i servizi di messaggistica e le email, la posta tradizionale conserva un fascino che rende ancora tanto amato il romanzo epistolare

Da Ovidio a Franz Kafka, da Ugo Foscolo ad Alda Merini, esploreremo questo genere dalla lunga tradizione, ripercorrendo in breve la sua storia, senza dimenticare né i romanzi epistolari più famosi, né quelli moderni e contemporanei, che celebrano l’importanza delle lettere usandole come pretesto narrativo.

 

Quando sono nati i romanzi epistolari?


Epistole, lettere, missive: ecco le protagoniste del romanzo epistolare, in cui queste forme testuali raccontano direttamente, o permettono di ricostruire indirettamente, le vicende che riguardano i personaggi. A emergere non sono soltanto i fatti, ma le emozioni, gli stati d’animo e tutto ciò che riguarda la sfera psicologica, con la possibilità di scoprire i diversi punti di vista, attraverso gli scambi epistolari tra due o più persone. Non mancano, inoltre, le sovrapposizioni con altri generi letterari: un esempio, in questo senso, è “Frankenstein” di Mary Shelley, romanzo gotico e fantascientifico scritto in forma epistolare. Lo scienziato Victor Frankenstein, infatti, racconta la sua vita attraverso le lettere che l’esploratore Robert Walton scrive alla sorella Margaret. 

“Frankenstein” è stato scritto nel 1818, ma nel mondo classico e durante il Medioevo troviamo già alcune opere composte sotto forma di lettere: le “Eroidi” di Ovidio, 21 lettere in distici elegiaci e idealmente scritte da figure femminili di rilievo come Penelope, Fedra, Arianna; o le “Lettere di Eloisa e Abelardo” di Pietro Abelardo. Durante il 1500, la tendenza a pubblicare le raccolte di lettere cresce sempre di più, fino a portare alla nascita del romanzo epistolare vero e proprio, che raggiungerà il successo nel 1700.

 

I romanzi epistolari moderni: l’Illuminismo e l’Ottocento


Tra i romanzi epistolari moderni, possiamo citare “Lettere di Babet”, scritto da Edme Boursault: una storia d’amore in cui gli amanti non possono coronare il loro sogno perché entrambi costretti da precedenti vincoli: lui già sposato, lei promessa a un altro uomo.
È nel Secolo dei Lumi, però, che la produzione diventerà davvero consistente: troviamo allora “Pamela” di Samuel Richardson, con una straordinaria protagonista femminile che lotta per la parità dei sessi, la satira politica delle “Lettere persiane” di Montesquieu, “I dolori del giovane Werther” di Johann Wolfgang Goethe, “Le relazioni pericolose” di Pierre Choderlos de Laclos, e infine il capolavoro di Ugo Foscolo, “Ultime lettere di Jacopo Ortis”, la cui prima edizione è in realtà del 1802. E ci spostiamo così nel secolo successivo, l’Ottocento.

 

Povera gente” di Fëdor Michajloviič Dostoevskij


Nell’Ottocento al romanzo epistolare si dedica anche un autore come Fëdor Michajloviič Dostoevskij, che in “Povera gente” (il suo primo romanzo) alterna la voce di un umile funzionario russo a quella di una fanciulla che ha perso la famiglia, per raccontare uno spaccato di Pietroburgo e della sua società.

 

“Storia di una capinera” di Giovanni Verga


Anche “Storia di una capinera” rappresenta l’esordio di un grande romanziere, in questo caso di Giovanni Verga. Pubblicato nel 1871, ha come protagonista Maria, una ragazza costretta a entrare in convento da bambina. Tornata momentaneamente a casa del padre durante un’epidemia di colera, inizia uno scambio di corrispondenza con l’amica Marianna: quelle lettere fitte di confidenze e riflessioni la porteranno a interrogarsi sull’amore, un sentimento che fino a quel momento le era sconosciuto.
 

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Altri romanzi epistolari: il Novecento e le opere contemporanee


Le lettere sono state a lungo il mezzo di comunicazione più utilizzato, sia per scopi commerciali che privati. Uno strumento così comune, che oggi suscita un pizzico di nostalgia, forse proprio per la sua componente materica. Stringere una lettera tra le mani, aprirla con cura facendo attenzione a non rovinarne la carta, oppure strapparla con veemenza per estrarre dalla busta i fogli e leggerli avidamente: c’è tutto un immaginario, dietro l’atto di scrivere, imbucare e ricevere la corrispondenza, un immaginario fatto di gesti carichi di attesa, di passione, di aspettative. Tutto questo rivive nei migliori romanzi epistolari, di cui anche il Novecento letterario offre tanti esempi.
 

“Il colore viola” di Alice Walker


Vincitore del Premio Pulitzer nel 1983 e di diversi altri riconoscimenti, “Il colore viola” di Alice Walker è un libro potente, che ha ispirato il film omonimo di Steven Spielberg. La storia, narrata attraverso uno scambio epistolare, è quella di due sorelle, Celie e Nettie. Le loro voci non parlano solo di una vicenda personale, ma diventano un mezzo per esplorare temi come la razza, il genere e la società.

 

“Lettere a un racconto” di Alda Merini


Le poesie sono i testi più noti di Alda Merini, ma attraverso “Lettere a un racconto” possiamo scoprire altre sfaccettature della sua personalità e del suo universo, dall’amicizia profonda per chi ha fatto parte della sua vita, all’amore intenso, alla passione per le parole e la scrittura. Pubblicato nel 1998, raccoglie lettere scritte a persone reali e personaggi inventati, che rivelano il cuore di una poetessa coraggiosa, una donna che non ha mai temuto di mostrarsi, di mettersi in gioco, di aprirsi al mondo.
 

“Le ho mai raccontato del vento del nord” di Daniel Glattauer


Chiudiamo i nostri consigli di lettura dedicati ai romanzi epistolari con un libro in cui gli scambi di corrispondenza avvengono tramite posta elettronica. Emmi e Leo si conoscono per caso, grazie a una email inviata all’indirizzo sbagliato. Da quel giorno, però, iniziano a sentirsi di frequente e a raccontarsi le reciproche vite, fino a quando tra loro nasce un sentimento talmente forte da poter mettere a rischio tutto quello che c’è al di fuori. “Le ho mai raccontato del vento del nord” di Daniel Glattauer esplora la frontiera dei rapporti virtuali, per domandarsi come e se potrebbero evolvere in relazioni vere e proprie, dopo un incontro.

 

Oltre la finzione narrativa: gli epistolari


Le lettere, come abbiamo visto, mettono a nudo gli animi di chi le scrive e si prestano alla finzione narrativa del romanzo. Spesso, però, uno o più scambi di corrispondenza realmente avvenuti sono stati raccolti dagli stessi autori o da studiosi, dopo di loro. Anche gli epistolari, infatti, hanno un forte appeal presso lettori e lettrici. Vediamo insieme alcuni titoli.

 

“Lettere a Theo” di Vincent Van Gogh


Van Gogh ha scritto a suo fratello una moltitudine di lettere, raccontando a Theo ciò che lo affliggeva, fino a due giorni prima di togliersi la vita, nel luglio del 1890. “Lettere a Theo” ci permette di conoscere l’uomo dietro al grande pittore, nella sua vicenda umana e nei suoi tratti più autentici. 
 

“Lettere a Milena” di Franz Kafka


Un epistolario che racconta l’amore tra Franz Kafka e la traduttrice ceca Milena Jesenská Pollak, conosciuta a Praga. “Lettere a Milena” comprende più di cento lettere, inviate nel giro di pochi mesi, durante il 1920, e composte nella pensione di Merano dove si trova in convalescenza, a causa della tubercolosi. 
 

“84, Charing Cross Road” di Helene Hanff


Un romanzo epistolare che ruota intorno ai libri, a una scrittrice statunitense e a una libreria inglese: “84, Charing Cross Road” di Helene Hanff è un bellissimo e commovente spaccato di vita, una di quelle letture a cui ci si affeziona, pur nelle sue poche pagine, e che si fatica a lasciare andare. 
Si tratta della corrispondenza tra l’autrice Hanff e Frank Doel, che lavora nella libreria antiquaria londinese Marks & Co., al numero 84 di Charing Cross Road. Hanff è un’appassionata di volumi inglesi del Settecento, ma nel 1949 è difficile procurarseli, negli Stati Uniti. Così Hanff inizia a richiederli per posta alla Marks & Co.: è il libraio Doel a risponderle e a organizzare le spedizioni, ed è proprio da questi scambi commerciali che tra loro nascerà un’amicizia profonda. Pubblicato per la prima volta nel 1970 e in italiano nel 1987, “84, Charing Cross Road” è diventato un film con Anne Bancroft e Anthony Hopkins.
 

Adesso è arrivato il momento di lasciarti alla selezione dei nostri librai, ma prima ti chiediamo: qual è il tuo romanzo epistolare preferito?