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Il diritto di avere diritti. Storia, natura e giudizio nel pensiero politico di Hannah Arendt
€ 8,00
Dettagli
| FORMATO | Brossura |
| EDITORE | Aracne |
| EAN | 9788825529739 |
| ANNO PUBBLICAZIONE | 2020 |
| CATEGORIA |
Filosofia Attualità e politica |
| LINGUA | ita |
Descrizione
Attraverso il laboratorio del processo - considerato come naturale luogo di emersione dei diritti umani - si è tentata una complessa ricostruzione del confine mobile esistente tra "legalità" e "legittimità". La lezione che si trae dall'insegnamento di Hannah Arendt è che i movimenti totalitari «trovano un terreno fertile per il loro sviluppo dovunque ci sono delle masse che per una ragione o per l'altra si sentono spinte all'organizzazione politica, pur non essendo unite da un interesse comune e mancando di una specifica coscienza classista». L'innaturale conformismo di una società di massa costituisce, infatti, la causa principale della distruzione del mondo comune «che è di solito preceduta dalla distruzione della molteplicità prospettica in cui esso si presenta alla pluralità umana». In tale ottica, "il diritto di avere i diritti" deve costituire un predicato imprescindibile per l'uomo, affinché questi possa essere effettivamente considerato tale e non semplicemente "individuo".