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Descrizione
Il volume si sofferma sulle profonde trasformazioni che la rivoluzione digitale ha generato nei processi di creazione della ricchezza e sulle conseguenti implicazioni in ambito tributario, con particolare riguardo alla tassazione delle economie digitali, intese come le attività economiche innovative in cui le tecnologie digitali rappresentano il fattore genetico caratterizzante, e ne configurano la struttura e le modalità operative, e digitalizzate, ovvero quelle attività economiche "tradizionali" soggette alla progressiva trasformazione produttiva, organizzativa e di mercato, guidata dalla pervasiva diffusione e dall'assorbimento delle evolventi tecnologie digitali. In questa prospettiva, la ricerca propone una rilettura del principio di capacità contributiva sancito dall'art. 53 della Costituzione, che consenta di considerare i dati informatici generati e trasmessi dagli utenti, nell'interazione con le piattaforme digitali, come nuovi indici di capacità contributiva tassabile in capo a coloro che ne abbiano la disponibilità. A conclusione dell'analisi condotta, infatti, emerge come tale disponibilità si possa configurare come nuovo "asset" patrimoniale, idoneo a generare vantaggi competitivi fiscalmente rilevanti, anche in assenza di un immediato incremento reddituale. In secondo luogo, si evidenzia come la progressiva dematerializzazione dell'attività economica e il ruolo proattivo assunto dai consumatori nei modelli di produzione digitali impongano una revisione critica dei tradizionali criteri di collegamento, anche alla luce delle recenti, e non del tutto convincenti, proposte internazionali (i.e., Pillar I, Pillar II) per la tassazione delle economie digitali e digitalizzate.