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Descrizione
Le disposizioni del codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza sembrano toccare la disciplina del credito, e segnatamente della responsabilità patrimoniale. Nuovi effetti concorsuali, proprî della legislazione fallimentare, si applicano per la prima volta al debitore civile, per lunga tradizione reputato "infallibile". L'insolvenza è elevata a titolo di responsabilità, suscettibile di sottoporre il debitore a una procedura concorsuale coattiva. Se prima la disciplina dell'esecuzione si lasciava scomporre in individuale e concorsuale, secondo la qualifica soggettiva del debitore insolvente, oggi ogni debitore può essere sottoposto a procedure concorsuali liquidatorie: l'imprenditore alla liquidazione giudiziale; il debitore comune alla liquidazione controllata. Si impone dunque all'interprete di osservare fattispecie tipiche dell'obbligazione civile con nuove lenti concorsuali: cosa distingue insolvenza e inadempimento? quali effetti produce la legittimazione ad aprire la liquidazione controllata su adempimenti spontanei e azioni esecutive? possono postularsi pagamenti del pari "dovuti" e dannosi? può l'esdebitazione estinguere i debiti rimasti falcidiati? qual è il rapporto tra responsabilità e patrimonio disponibile? Abituato a ragionare il credito secondo una logica individuale - che si svolge da un lato nella competizione di tutti i creditori e dall'altro nella illimitatezza della responsabilità patrimoniale - l'interprete è oggi chiamato a confrontarsi con la nuova disciplina concorsuale, che istituisce un diverso e autonomo ordine normativo, vòlto a restituire i debitori al consumo e ad assicurare un'eguale (in)soddisfazione dei creditori sui patrimonî insolventi.