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            Descrizione
                Oppostosi alla dittatura di Gómez, Otero Silva fu costretto all'esilio a Parigi nel 1932. In "Casas muertas" (1955) una piccola città, Ortiz, diventa l'allegoria del dispotismo di Gómez: un tempo prospera, Ortiz è divenuta fatiscente, ridotta a un nugolo di case morte, spopolate da epidemie mortali. Qui va in scena la storia di amore e di lotta di Carmen Rosa e Sebastiàn. Opera fondamentale nella letteratura sudamericana, ispirò, secondo alcuni critici, tra gli altri, "Cento anni di solitudine" dell'amico Gabriel Garcia Marquez. In "Case morte" Otero Silva unisce la feroce denuncia sociale alla rappresentazione vivida del declino rurale e al lirismo delle vicende umane, raggiungendo una nuova forma di visionarietà. Pubblicato durante la dittatura di Jiménez, il romanzo può essere visto anche come una forma di resistenza e di testimonianza di un periodo storico difficile, così lontano eppure ancora così attuale.
            
        