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La scrittura e la malattia. Il «male oscuro» della letteratura
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Dettagli
| FORMATO | Brossura |
| EDITORE | Marsilio |
| EAN | 9788831721493 |
| ANNO PUBBLICAZIONE | 2015 |
| CATEGORIA |
Critica e storia della letteratura |
| COLLANA / SERIE | Ricerche |
| LINGUA | ita |
Descrizione
La malattia è interrelata alla vita ed è da essa imprescindibile; occorre perciò riflettere, paradossalmente, che è necessario "guarire dalla salute", per raggiungere nello stato patologico un eccezionale momento di compensazione. Svevo, in una lapidaria lettera a Valerio Jahier del 27 dicembre 1927, scrive: "Perché voler curare la nostra malattia? Davvero dobbiamo togliere all'umanità quello ch'essa ha di meglio?". L'autore, con acume critico e un'esegesi di stampo psicoanalitico, analizza il lato oscuro della malattia del profondo, prendendo in esame l'io diviso e il mal-essere della mente di alcuni autori del Novecento che hanno avuto con la malattia mentale un'esperienza dolorosa: l'altro da sé di Svevo e Saba, la duplicità e lo straniamento di Pirandello e Buzzati, il male oscuro di Berto e Campana, la scrittura come terapia in Alda Merini e la malattia mentale in Tobino. La disidentità e la contigua affinità elettiva tra pulsioni represse e finzione letteraria trovano, nel metodo delle libere associazioni del lavoro analitico, un ideale riscontro nel fantasma creativo di Gozzano e Moravia e nelle emozioni dell'oltre, del doppio e dell'altrove in Bonaviri ed Elsa Morante.