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Descrizione
Questa monografia esplora il fecondo intreccio tra la monadologia leibniziana e la fenomenologia, attraverso il confronto tra Husserl e Merleau-Ponty. La soggettività monadica viene qui analizzata come campo dinamico e incarnato, aperto all'intersoggettività e radicato nel corpo vissuto. L'indagine mostra come la nozione di monade, lungi dall'essere entità chiusa e autosufficiente, diventi nel pensiero fenomenologico una figura storica, relazionale e percettiva. Muovendosi tra rigore trascendentale e sensibilità ontologica, il testo propone una lettura originale della soggettività come nodo di senso condiviso. Una riflessione filosofica che unisce teoresi e antropologia, attualizzando il lascito di Husserl e Merleau-Ponty nel pensiero