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EBOOK - epub 3

Nella giornata più calda dell'anno
Protezione:
Adobe DRM
€ 6,99
Dettagli
FORMATO | epub 3 |
EDITORE | Donzelli Editore |
EAN | 9788855227940 |
ANNO PUBBLICAZIONE | 2025 |
CATEGORIA |
Scienze sociali |
LINGUA | ita |
Dispositivi supportati
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Descrizione
«Nella giornata più calda dell’anno, quando il sole ti avvolge in una veste aderente di calore, il mondo si mostra come presenza che non ci vede, come cocciutaggine, come frana. L’idea di “frana” però non convince: come se il mondo dovesse stare sempre al suo posto, che poi è quello deciso da qualcuno. In orizzontale, ad esempio, perché agli umani piacciono le linee dritte, che si possono disegnare su un foglio di carta quadrettata. Ma il mondo al posto suo non ci sta, si sposta e comincia a pendere da qualche parte. Le case assumono strane pendenze. Proviamo a correggerlo, il mondo, ma il mondo è più cocciuto di noi, e continua a fare quello che ha sempre fatto, a spostarsi, a franare, a vivere. È terribile, questo mondo. Perché è semplicemente il mondo, oggettivo e antichissimo. Quant’è bello, il mondo».
Un’autostrada, direzione sud. Il cuore vecchio di una città. E poi, nella giornata più calda dell’anno, strade di campagna poco frequentate. Quello che Felice Cimatti racconta in queste pagine – in cui le parole si intrecciano alle immagini – non è un viaggio, ma un’esperienza, e triplice, vissuta in un Mezzogiorno che sorprende, a cominciare dalla strada percorsa per arrivarci, quell’Autostrada del Mediterraneo o A2 che però continua ad essere chiamata A3. Un’autostrada anomala, che non ci inoltra nell’arcaico, ma ci rivela il carattere fragile della modernità: il tracciato non rettilineo, il percorso singolare, tortuoso, che sale fino a più di mille metri e poi scende al livello del mare, l’asfalto screpolato dal gelo e dalla neve ne fanno uno spazio sospeso tra familiare ed estraneo, sempre aperto all’inumano; l’A3 è spaesante, e con la sua abbagliante e silenziosa presenza si insinua in tutte le altre strade, quelle che si presentano come tecnologiche, smart, sicure: nell’A3 non vediamo l’arretratezza del Sud, vediamo piuttosto il Sud rimosso e nascosto dietro ogni Nord. E si può parlare di un «momento A3» per qualunque spazio umanizzato che si trasforma, di colpo, in uno spazio inumano. Come la realtà che irrompe nella città vecchia di Cosenza: di fronte ai suoi muri giallastri, alla vegetazione che spunta rigogliosa in tutti gli angoli, agli animali che l’attraversano di giorno e di notte, ci accorgiamo che siamo creature temporali, siamo tempo, e quindi siamo fine e siamo inizio, sempre sul punto di diventare altro. Nelle vie e nelle piazze della città vecchia il mondo scoppia da tutte le parti: non c’è centro, non c’è periferia, ovunque una commistione di inumano e umano, vivente e non vivente, organismi e cose. Una «vita commune», direbbe Tommaso Campanella. Perché tutte le cose in qualche modo sentono, provano affetti e desideri. E di questo fa esperienza chi scrive quando, nella giornata più calda dell’anno, partendo da Arcavacata di Rende, in Calabria, si inoltra nelle strade assolate e deserte della Basilicata, avendo come unica meta quella di perdersi: «Se c’è un luogo, in Italia, in cui è evidente che la presenza umana è ridicola e presuntuosa, è nelle terre del Sud. Mai come in quei luoghi assolati ho sentito la presenza massiccia, potentissima, del mondo. Essere soli, ma non esserlo, essere nel mondo, nella assoluta pienezza del mondo». Ad essere raccontata in questo libro è un’esperienza di ribaltamento, un movimento che rovescia l’usuale in estraneo, il familiare in sconosciuto, l’ovvio in misterioso; una «crisi della presenza», che non è uno stato d’animo né tantomeno un pericolo, ma una risorsa – anche se penosa e sempre fuggita –, un’occasione per ripensare il proprio posto, i propri pensieri, per dare un altro valore alle parole con cui cerchiamo di allontanare il peso ma anche la meraviglia del mondo.