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Pier Giorgio Frassati. La sua spiritualità
€ 20,00
Dettagli
FORMATO | Brossura |
EDITORE | ESD-Edizioni Studio Domenicano |
EAN | 9788855451130 |
ANNO PUBBLICAZIONE | 2025 |
CATEGORIA |
Religioni Biografie |
COLLANA / SERIE | Itinerari della fede |
LINGUA | ita |
Descrizione
Pier Giorgio Frassati sarà dichiarato santo ad agosto 2025. Papa Francesco ha pubblicato il decreto in cui si riconosce il miracolo di guarigione attribuito all'intercessione di Pier Giorgio Frassati. Questo testo ripercorre la breve vita di Pier Giorgio Frassati (Torino 1901-1925), attraverso lettere e documenti dei familiari e degli amici. Ne fa conoscere la profonda e appassionata spiritualità. Era un giovane esuberante e appassionato per tutto ciò che la sua esistenza gli ha offerto. Frequenta il liceo Massimo d'Azeglio e l'Istituto Sociale a Torino: qui si accosta alla pratica della Comunione eucaristica quotidiana, che manterrà tutta la vita. Nel 1918 si iscrive al Politecnico di Torino nel corso di Ingegneria Industriale Meccanica, con specializzazione mineraria. Come socio delle Conferenze di San Vincenzo aiuta fattivamente famiglie bisognose e molti malati. Nel 1920 il padre è nominato ambasciatore d'Italia a Berlino e così ha modo di vivere a Berlino e conoscere i quartieri più miseri e i circoli di studenti e operai cattolici tedeschi. Rientrato in Italia, è attivista del Partito Polare Italiano da poco fondato. È organizzatore in tutti i campi nei quali la dignità umana e i diritti umani devono essere difesi. Fin da quegli anni percepisce il volto disumano del fascismo, e vi si oppone. Nel 1922 entra nel Terz'Ordine di San Domenico, ammirando la personalità di Girolamo Savonarola. Si iscrive anche alla FUCI e dà vita al gruppo de «I Tipi Loschi», amici appassionati di escursioni alpine. Straordinaria è la sua capacità di attenzione alle necessità altrui, in particolare dei poveri e dei malati, ai quali regala il suo tempo, le sue energie e la vita stessa. Vive il dolore di assistere a scenate furibonde tra i genitori, che sono lì per separarsi. Ma lui offre tutto quello che vive perché loro perseverino nel matrimonio. Due mesi prima della laurea, la sua esuberante giovinezza è stroncata da una poliomielite fulminante, probabilmente contratta nell'assistere i poveri. Muore a Torino il 4 luglio 1925. I suoi amici e conoscenti già lo consideravano un santo, vedendo la serenità, la gioia e la carità fraterna con cui viveva. Giovanni Paolo II lo dichiara beato il 20 maggio 1990 proponendolo come modello di vita cristiana ai giovani.