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            Robert Rauschenberg. Fotografie 1949-1962
    € 24,00
    € 20,40
                        
                        
                        
                        
                        
                        
                        
                    Dettagli
| FORMATO | Rilegato | 
| EDITORE | JOHAN & LEVI | 
| TRADUTTORI | M. Mancini | 
| EAN | 9788860103796 | 
| ANNO PUBBLICAZIONE | 2025 | 
| CATEGORIA | Fotografia | 
| COLLANA / SERIE | Fotografia | 
| LINGUA | ita | 
Descrizione
                Questo volume è il primo negli ultimi trent'anni dedicato esclusivamente all'opera fotografica di Robert Rauschenberg (1925-2008). Attraverso l'osservazione delle fotografie che abbracciano gli anni cruciali dal 1949 al 1962 Nicholas Cullinan ripercorre l'impresa dell'artista, riconsiderando tutta la sua produzione - comprendente pittura, collage, scultura, performance o tutti questi elementi messi insieme - in un'ottica essenzialmente fotografica. Rauschenberg iniziò a studiare e utilizzare la fotografia nei suoi lavori tra la fine degli anni quaranta e i primi anni cinquanta al Black Mountain College, in North Carolina, e ne rimase così fortemente influenzato che per un certo periodo fu indeciso se dedicarsi alla pittura o alla fotografia. Alla fine scelse entrambe. La dimensione fotografica (tanto immagini prese dai mass media e fotografie trovate quanto scatti propri di paesaggi o istantanee personali e di famiglia) contraddistingue i combines, i transfer drawings e i silkscreen paintings, si sviluppa ulteriormente nelle serie Spreads e Scales fino a culminare nelle ultime opere della serie Runts. Oltre a trovare una collocazione come elementi delle opere, alcune delle fotografie di Rauschenberg hanno anche una forte valenza documentaria e riportano a noi sue opere andate perdute o in fase di trasformazione, configurazione e riconfigurazione, o i ritratti dei suoi colleghi artisti impegnati nell'atto creativo (Cy Twombly, Jasper Johns, Willem de Kooning, Merce Cunningham, John Cage). Come ha scritto Walter Hopps, storico curatore americano, Rauschenberg «si è servito a lungo della fotografia come meccanismo essenziale per mescolare immagini. [...] essa resta per lui uno strumento vitale con cui esplorare, sotto il profilo estetico, i modi in cui gli individui percepiscono, selezionano e combinano informazioni visive. Senza la fotografia, gran parte della sua opera non esisterebbe neppure». E a Barbara Rose Rauschenberg stesso dichiarò «Non ho mai smesso di fare il fotografo».
            
        