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«Parler dulcement d'amur». Identità, desiderio, racconto nei testi antico-francesi della leggenda di Tristano (XII sec.)
€ 18,00
Dettagli
| FORMATO | Brossura |
| EDITORE | Eum - Centro Edizioni Università di Macerata |
| EAN | 9788860565341 |
| ANNO PUBBLICAZIONE | 2018 |
| CATEGORIA |
Critica e storia della letteratura |
| COLLANA / SERIE | Premio tesi di dottorato |
| LINGUA | ita |
Descrizione
Nella cosiddetta fine lunga del romanzo di Thomas d'Angleterre, Isotta, giunta troppo tardi, si rivolge al corpo esanime dell'amato e scandisce un'ipotesi impossibile, fantasticando che, se fosse arrivata in tempo, avrebbe salvato la vita a Tristano e gli avrebbe parlato - dulcement - del loro amore. Anche se solo per via ipotetica, l'eroina si appropria, con le sue ultime parole, del ruolo che la tradizione attribuisce notoriamente al protagonista maschile: quello di cantore della sua storia, di narratore della parabola tristaniana. Il quadro perfetto dell'idillio amoroso è, per quest'amante esemplare, una fusione di baci e racconto, abbracci e memoria. La condizione dell'amore è contemplata come una condizione narrativa. Amare è raccontare il proprio amore, figurarsi come personaggi, inscriversi in un narrato. L'amore è un atto di parola, senza essere per questo negato come atto fissato da una performance dei corpi, evento che si dipana tra due esistenze.