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La pittura napoletana del II Ottocento
€ 90,00
Dettagli
| FORMATO | Rilegato |
| EDITORE | Di Mauro Franco |
| EAN | 9788869780448 |
| ANNO PUBBLICAZIONE | 2017 |
| CATEGORIA |
Arte |
| LINGUA | ita |
Descrizione
Filippo Palizzi, fu tra i «padri» del Realismo napoletano assieme ai pittori «di storia» come Morelli, Altamura e Celentano. Dopo il 1860, i toscani daranno vita al movimento dei «Macchiaioli», quale risultato di un processo che escludeva soluzioni di effetti visivi e sentimentali. Nel 1864, si costituirà la Scuola di Resina alla quale aderiranno i pittori: De Gregorio, Rossano, De Nittis, Cecioni, Leto, Lojacono, Campriani e Santoro. Un caso a parte è rappresentato da Mancini e Gemito. La loro permanenza a Parigi negli anni '70 e i contatti con il mercante Goupil saranno all'origine della loro fortuna internazionale. Sul finire del secolo, il colera e il conseguente risanamento urbanistico permetteranno a Migliaro di dipingere la Napoli che di lì a poco sparirà lasciando la pittura di paesaggio alla parentesi artistica di Pratella e Casciaro. Le Esposizioni Universali e la Belle Époque suggerì ai pittori: Scoppetta, Brancaccio e Caputo di soggiornare a Parigi, dando vita ad una colonia italiana in Francia ed una volta assimilatone l'inclinazione artistica, la reimportarono nel Mezzogiorno d'Italia. Territorio che veniva illuminato dall'estro di Irolli.