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            Il mito Che Guevara e il futuro della libertà
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                    Dettagli
| FORMATO | Brossura | 
| EDITORE | Lindau | 
| TRADUTTORI | D. Perazzoni | 
| EAN | 9788871806594 | 
| ANNO PUBBLICAZIONE | 2007 | 
| CATEGORIA | 
                                    
                                        Attualità e politica | 
                            
| COLLANA / SERIE | I Draghi | 
| LINGUA | ita | 
Descrizione
                Il Che era un mito. Lo è anche oggi nel XXI secolo, mentre il suo volto replicato all'infinito come un prodotto del mercato globale ci guarda dai poster e dalle magliette. Ma se distogliamo gli occhi dalla sua immagine per volgerli là dove la realtà prende corpo, scopriamo che il sogno della rivoluzione ha lasciato dietro di sé i corpi trucidati di centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo. E di questi morti è responsabile anche il Che, come uomo e come mito. Secondo Alvaro Vargas Llosa più di altri caudillos latino-americani, da Castro a Pinochet, da Cardenas a Fujimori, Che Guevara era violento al punto di provare piacere nel distruggere gli avversari ed era incapace di usare il potere tanto agognato per costruire sviluppo e amministrare società ed economie in tempo di pace. Se il primo passo per affrontare la realtà è squarciare il velo del mito, Alvaro Vargas Llosa lo fa utilizzando testimonianze inedite (o inascoltate) che gettano sul Che una luce impietosa e inquietante. Poi, però, si tratta di leggere il passato allo scopo di tracciare un percorso per il futuro. Analizzando la storia dell'America Latina, Vargas Llosa cerca di mettere a fuoco le ragioni profonde di un fenomeno vistoso: la costante instabilità. I paesi di questo continente si trasformano regolarmente in democrazie deboli o fittizie o in regimi autoritari con l'esito drammatico e prevedibile di non potere costruire le indispensabili premesse dello sviluppo socio-economico.