Salta al contenuto

Per gli acquisti online: spese di spedizione gratuite da 25€ - Per i soci Coop o con tessera fedeltà Librerie.coop gratuite a partire da 19€.

Diari di Napoli, il manoscritto di Zazzera e gli omissis inediti svelati. II parte 1618 - Vol. 6 - Librerie.coop

Diari di Napoli, il manoscritto di Zazzera e gli omissis inediti svelati. II parte 1618 - Vol. 6

€ 44,00
Dettagli
FORMATO Brossura
EDITORE ABE
EAN 9788872973318
ANNO PUBBLICAZIONE 2025
CATEGORIA Storia
LINGUA ita

Descrizione

A Capua arriva l'ordine di far mozzare la testa al capitano Lanfranco d'Alois (sostituito da Franceso d'Ocampo) e, qualora non si trovasse il boia, anche da un chianchiere; a Roma salta il capo a un fedele del cardinale veneziano Priuli per furto di argenteria in casa del Cardinale Aldobrandini: a Venezia il Doge fa fuori le prime due spie napoletane, sospettate di voler tornare a casa, ma salvate dall'ambiguo ambasciatore. A Napoli intanto cade da una carrozza carica di cavalieri provenienti da Giugliano l'avvocato Antonio Caracciolo, si sposa il Duca di Sermoneta con la figlia del Principe di Caserta, e il Duca di Nocera parte per Vicario generale nelle province di Calabria, dove Titta Caracciolo de Alfonzetto, governatore de Catanzaro, merita rischia la galera, così come ha fatto in Abruzzo, il Duca de Barrea col far carcerare il suo capitano di guerra. Tempi duri ma il Viceré che ora se la spassa a Pozzuoli, appoggiato dalla Signora Isabella Tuttavilla governatrice del posto, finendo molto preso dalla gran delettazione con le foretane, e altri, come Nardo Calabrese e Giuseppe Muscettola, sposano chi la Principessa di Scilla e chi la figlia del giudice Macedonio, rimasta orfana di madre, con banchetto dei Caputo a Posillipo e furto serale con bastonate al padrone. Don Ottavio d'Aragona sembra l'unico in campo quando egli stesso sferra un attacco all'armata Turca, che ha raggiunto più di cento imarcazioni, e la Città elegge a nuovi deputati comunali Carlo Grimando, Ottavio Rosso, Aniello de Massa, Cavarretta, Crescolo, e un altro. A Napoli ormai si litiga per un nonnulla. I nipoti del medico Quintio Buongiovanni e i figli del dottore Ristando si afferrarono a coltellate su chi dovesse togliersi il cappelo all'uscita della commedia; in Vicaria, se non il Reggente Alderisio, litiga il dottor Donato Antonio de Graliis con Cesare Frezza sui processi e il consigliere Ferrante Brancia viene frustato, proprio mentre si uccide uno alla Strada dei Librari, a San Ligorio, e un altro a San Lorenzo. Ma anche sui soldi della Piazza di Portanova è scontro fra il presidente de Ponte e il consigliere Saran, né mancano le raccomandazioni del reggente Carlo Tappia per il dottore Giuseppe Gaudio, dichiarato inabile agli uffici. Ma ma il mese si chiude con la festa per Ignazio Loyola, fondatore dei gesuiti, sistemato nella sua cappella al Gesù dagli ufficiali della Vicaria esentati dal lavoro, al quale fece voto il giovane Brancaccio, per la gioia dei seguaci con i quali pranzò il Viceré per festeggiare sia il beato, prossimo a santo, e sia la fine del suo secondo anno di mandato a Napoli, pregno di amanti, successi e mortificazioni per Venezia.