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Di una riforma d'Italia ossia dei mezzi di riformare i più cattivi costumi, e le più perniciose leggi d'Italia (1767)
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Dettagli
| FORMATO | Brossura |
| EDITORE | Edizioni di Storia e Letteratura |
| EAN | 9788893591881 |
| ANNO PUBBLICAZIONE | 2018 |
| CATEGORIA |
Diritto Storia |
| COLLANA / SERIE | Biblioteca del XVIII secolo |
| LINGUA | ita |
Descrizione
Esponente di punta del movimento riformatore, l'illuminista trentino Carl'Antonio Pilati (1733-1802) pubblicò nel 1767 la sua opera maggiore, "Di una riforma d'Italia": si tratta di un'opera splendida nel suo furore dialettico e nella sua vis polemica che, probabilmente, insieme alle "Meditazioni sulla felicità" di Pietro Verri e a "Dei delitti e delle pene" di Cesare Beccaria rappresenta e scandisce il tono più alto del pensiero politico italiano dell'età dei Lumi, nel quadro del più vasto Illuminismo europeo. Essa suscitò la più viva ammirazione di Pietro Verri e del patriarca dei Lumi, Voltaire. Pilati auspicò, con invincibile tenacia, un vasto e concreto processo di razionalizzazione dei rapporti tra lo Stato e le istituzioni ecclesiastiche e, dunque, di laicizzazione del potere e della politica. Qui si propone la prima edizione del testo, preceduta da un'ampia Introduzione del curatore.