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Descrizione
Diceva Marx che la storia si ripete sempre due volte, prima come tragedia, poi come farsa. In questo libro, l'autore narra la vicenda esemplare della fine di Alessandro Pavolini e mostra l'esatto momento in cui, nella sua biografia, tragedia e farsa si intrecciano indissolubilmente in un'unica fabula, fino al punto di non poter più essere distinguibili. Con una traccia ben evidente del Corrado Costa crudele della fine degli anni Sessanta, Neri allestisce un fototesto in cui il glitch e la pixellizzazione delle immagini sono il correlativo iconico perfetto di come il ritmo della storia batta sempre in controtempo: pietas e ferocia non sono che un fermo immagine. Così l'operazione da materialista storico di Neri ritrae a contropelo, mentre il mondo finisce, un tentativo di fuga dalla storia: quello di un nemico che siamo stati noi. In questo sta insieme la tragedia e la farsa: quel noi ci dice che quel mondo non ha ancora smesso di finire.