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Descrizione
Prendendo spunto dalle aporie (significativamente analoghe) evidenziate da Husserl nelle sue Lezioni sulla coscienza interna del tempo e da Platone nella sua analisi dell'exaifnes nel Parmenide, l'autore tenta una fondazione metafisica del tempo prescindendo da ogni "contaminazione" ontologica. Il tempo nell'atto del suo temporalizzarsi possiede caratteristiche peculiari (negatività, atto del determinare, pura differenza, limite, principium individuationis, libertà, eternità, discrezione). Questo puro tempo si distingue essenzialmente dal tempo coniugato con l'essere, il tempo temporalizzato, entificato. Il puro tempo si determina ulteriormente come logos, pensiero, e, in quanto tale, si contrappone all'essere. L'ultima parte del saggio è dedicata all'analisi del tempo della modernità come tempo prodotto e quindi in qualche modo addomesticato, asservito al mondo della produzione. Al tempo prodotto si contrappone il tempo di Cristo, indisponibile proprio perché deposto nelle mani del Padre.