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Topologia della violenza
€ 15,90
Dettagli
FORMATO | Brossura |
EDITORE | nottetempo |
TRADUTTORI | s. aglan-buttazzi |
EAN | 9791254802120 |
ANNO PUBBLICAZIONE | 2025 |
CATEGORIA |
Filosofia Scienze sociali |
COLLANA / SERIE | Figure |
LINGUA | ita |
Descrizione
Il punto di partenza dell'analisi che Byung-Chul Han sviluppa in questo saggio è la natura proteiforme della violenza: cambia aspetto, si adatta alla logica e alle modalità del contesto socio-politico in cui si sviluppa e, soprattutto, agisce anche laddove sembra essere sparita. L'esame parte dalla violenza nelle sue manifestazioni macrofisiche: quella del sangue e del sacrificio, del sovrano sul sottoposto, quella senza sangue delle camere a gas, quella del linguaggio offensivo. In questo senso essa è espressione di un "eccesso di negatività": è infatti possibile esclusivamente dove c'è antitesi, tensione bipolare tra un Ego e un Alter, un Interno e un Esterno. Nell'epoca odierna, con la progressiva "positivizzazione della società" - ovvero lo smantellamento della negatività e della contrapposizione e l'appiattimento delle differenze - anche la violenza sembra svanire, almeno nelle sue forme tangibili, corporee. Ma quello a cui assistiamo, sostiene il filosofo, è in realtà un suo trasferimento sul piano psichico, all'interno del soggetto. È, quella odierna, una violenza microfisica, un pericoloso "eccesso di positività" che si manifesta "in termini di sovrapprestazione, sovrapproduzione e sovracomunicazione, iperattenzione e iperattività", fondendosi e confondendosi con la sua controparte: la libertà. Nella società della prestazione il soggetto, formalmente libero, è vittima di se stesso e delle pulsioni che ha introiettato. "La storia della violenza giunge a compimento in questa coincidenza tra carnefice e vittima, tra signore e servo, tra libertà e violenza".