L'eco selvaggia del desiderio

Celebre per la sua personalità appassionata ed eccentrica che la rese protagonista della scena mondana e culturale berlinese di fine ʼ800 – fu una delle muse ispiratrici e modella di Edvard Munch –, Dagny Juel ha incarnato l’archetipo della donna moderna. Ricca di sfaccettature e contraddizioni, scostante e sensibile, misteriosa e provocante, sessualmente emancipata e dagli amori assoluti, sognatrice e concreta, presa dalla vita e ossessionata dalla morte. Non bellissima, eppure seducente come nessun’altra. In vita pubblicò solo alcune brevi prose e quattro drammi. Probabilmente non aveva ambizioni letterarie, eppure la sua opera, discontinua e varia, si innesta a pieno titolo nella corrente del decadentismo e nella letteratura nordica fin de siècle. Le protagoniste dei suoi lavori sono sempre donne, figure non idealizzate, dal carattere risoluto, che cercano di liberarsi da una condizione di sudditanza nei confronti degli uomini, arrivando a prendere decisioni coraggiose e forti – talvolta ai limiti della legalità – e accettando le conseguenze, anche tragiche, delle proprie scelte. Spesso donne dalla psiche labile, che mettono in gioco tutte sé stesse per amore e per sostenere le proprie idee, vittime di profondi sensi di colpa e angosciate dalla morte. Gli scritti di Dagny Juel, finora inediti in Italia, sono introdotti da un ampio saggio, biografico e critico, di Luca Taglianetti.