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Descrizione
Oloferne, giovane studente di filosofia, ripercorre in solitudine la storia d'amore trascorsa con Giuditta, interrogandosi su alcune delle principali dicotomie della filosofia occidentale - ideale/reale, vita pubblica/vita privata, menzogna/verità - con particolare attenzione allo scarto tra pensiero e parola e tra sentimento espresso ed esperito. Ai rimandi letterari e storiografici - da Dorian Gray ad Alessandro Magno, dal mito di Orfeo a Ottaviano - si alternano aneddoti della relazione vissuta, dal primo appuntamento all'ultima telefonata. Con la scrittura di queste riflessioni, «che non sono poesie d'amore», Oloferne si "salva" dalla pazzia derivante dall'abbandono dell'amata, restituendo a lei il fardello più grande e lasciando ai lettori un pittoresco ritratto della loro storia d'amore.