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Descrizione
Versi spietati - che l'abituale generoso ricorso all'artifizio della metafora riesce appena a edulcorare - che raccontano il tentativo, in verità neanche troppo convinto, di trovare un orizzonte, anelando a una quotidianità che restituisca qualche certezza oltre al dolore, ma ti accorgi poi che è solo spirito di sopravvivenza. Perché i tormenti dell'esistenza - cifra stilistica della poesia di Sara Ciampi - devastano, ponendo tuttavia il lettore davanti a un bivio: annientarsi o reagire, tra ambizioni disilluse e paure, che diventano nostalgia e poi dramma. Ma in fondo, per quanto flebile, della speranza s'intravede, ed è indissolubilmente legata agli affetti a cui l'autrice non esita mai a dedicare un pensiero, pur tra versi spiazzanti; perché alla fine, il desiderio di Sara, o forse l'esigenza, è raccontare la sua vita, ed è un racconto palpitante, che in qualche modo viene in soccorso al lettore, e sembra quasi volerlo convincere che la malinconia, per quanto triste, può anche rivestirsi di un manto amico e protettivo, per cui non è mai nichilismo, che induce a pensare che il mondo e la vita non abbiano senso. (Dalla prefazione)