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Descrizione
Leggendo le recenti poesie di Maurizio Zanon, mi vengono in mente le parole di Soren Kierkegaard: "La poesia è questo, l'eco del dolore, perché un urlo puro e semplice non è poesia, ma l'infinito risuonare in se stesso dell'urlo, questo è poesia". Vorrei quindi dire che lo scrivere di Zanon è un accesso ad una soglia di senso più elevata, dove diventa più facile comprendere quel che di essenziale c'è da comprendere. La sua poesia colpisce dentro, perché ha radici affondate nel terreno della vita reale, sorprendendo per la sua sensibilità, quando i suoi versi vivono lo spazio verticale. Prendo in prestito le parole di Mario Luzi, che ben si addicono al lavoro di Maurizio: "la poesia intensifica tutti gli aspetti del presente e magari anche del futuro, che attraversano la mente dell'uomo portando al suo estremo la significazione" (dalla prefazione di Giampietro Cudin)