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Descrizione
Questo studio offre un'analisi rigorosa della lettura kierkegaardiana di Abramo, concepito come paradigma di una fede estrema. Attraverso un esame articolato di "Timore e Tremore", l'autore indaga non soltanto il contenuto teorico dell'opera, ma il suo registro esistenziale, ponendo il timore e il tremore come stati d'animo fondativi dell'esperienza della fede. Abramo appare come una figura del prodigio che attraversa e supera il sacrificio degli eroi classicamente inteso, ponendosi oltre un'etica della rinuncia, nella dialettica del silenzio divino e demoniaco a cui appartiene, che è in grado di proporre prospettive inedite per una comprensione della fede autentica nella dimensione della vita concreta. Le tensioni stesse tra obbedienza e desiderio, morale e trascendenza, invitano a riflettere sul paradosso della fede come esperienza estrema di incontro con un "tu", in cui Abramo e Kierkegaard sono costantemente posti al centro di un dialogo senza tempo.