Chiedilo al mare

È il 5 novembre del 1991, Rita ha diciassette anni. Viene ricevuta in segreto dal procuratore di Marsala, Paolo Borsellino. Da lui cerca vendetta per la morte del padre, don Vito Atria, e del fratello Nicola, entrambi affiliati a Cosa nostra e uccisi in una faida mafiosa. Quello che invece troverà è la speranza di una rinascita nella giustizia, e un uomo a cui legarsi come a un padre. Rita - che a Borsellino racconterà quanto di terribile ha visto, sentito, vissuto in quella famiglia mafiosa - testimonia seguendo l'esempio della cognata Piera Aiello, che dopo l'omicidio di Nicola - che aveva sposato contro la sua volontà, e di cui mai aveva condiviso la vita criminale - sceglie di infrangere l'omertà e di denunciare gli assassini del marito. È proprio Piera, con cui Rita condivide alcuni mesi sotto protezione, a regalarle un diario dove annotare i suoi pensieri: ha la copertina a fiori blu e rosa e alle sue pagine sono affidati racconti, poesie, lettere d'amore per il fidanzato, ma anche i ricordi della difficile vita in famiglia, le note sugli interrogatori, e poi la tristezza e la disperazione delle ore più buie, come quelle che seguiranno l'uccisione di Paolo Borsellino. Dopo la strage di via D'Amelio infatti il vuoto si impadronisce di Rita, che il 26 luglio 1992 mette fine alla sua vita lanciandosi dal balcone della casa di Roma dove viveva sotto protezione. Al di là della morte però, Rita vive ancora nei suoi diari con gli stessi sogni di amore, amicizia e fiducia di tutte le ragazze della sua età.