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EBOOK - epub
Obesità a tasse. Perché serve l'educazione, non il fisco - Librerie.coop

Obesità a tasse. Perché serve l'educazione, non il fisco

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€ 4,99
Dettagli
FORMATO epub
EDITORE IBL Libri
EAN 9788864401362
ANNO PUBBLICAZIONE 2013
CATEGORIA Economia, finanza e marketing
LINGUA ita
Dispositivi supportati
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Descrizione

Negli Stati Uniti e in Europa si moltiplicano i tentativi di contenere la diffusione dell'obesità attraverso l'ausilio della leva fiscale. Per raggiungere tale obiettivo si sottopongono a specifici tributi alcune classi di alimenti, che dell'aumento del peso sarebbero direttamente responsabili. Si tratta di una soluzione percorribile e desiderabile?Il volume indaga i presupposti e i risultati delle imposte sui vizi alimentari attraverso i contributi di economisti, giuristi ed esperti di politiche sanitarie come Alberto Alemanno, Ignacio Carreño, Katelyn Christ, Scott Drenkard, Edward Glaeser, Randall Holcombe, Lucia Quaglino, Matthew Salois, Franco Sassi, William Shughart II, Richard Tiffin, Gordon Tullock e Richard Williams.Le loro analisi rivelano un quadro assai diverso da quello tratteggiato dai sostenitori di tali misure: le tasse sul vizio distorcono il mercato, riducendo la libertà di scelta dell'individuo consumatore; hanno tendenzialmente un impatto regressivo, danneggiando le fasce più deboli della popolazione; e sono spesso il frutto di pregiudizi e dell'influenza di gruppi di pressione. Soprattutto, le tasse sul vizio non raggiungono l'obiettivo prefissato, perché alimenti altrettanto dannosi esulano dal perimetro dell'imposta.I fattori determinanti per la bontà di un regime alimentare sono la disponibilità di scelte salutari e la consapevolezza dei loro effetti. E allora, se davvero si mira alla tutela della salute e non ai maggiori introiti per l'erario, sarà necessario prescindere da schemi concettuali opinabili, seppur dotati di buona stampa, e volgere lo sguardo a soluzioni alternative: soluzioni che richiedono un impegno tangibile sul versante dell'educazione e impongono di ampliare la libertà di scelta, non di comprimerla.