Salta al contenuto

Per gli acquisti online: spese di spedizione gratuite da 25€ - Per i soci Coop o con tessera fedeltà Librerie.coop gratuite a partire da 19€.

«Di principio sì reo, qual peggior fine io doveva sperar?». Le tragedie italiane di metà Cinquecento (1545-1565) - Librerie.coop

«Di principio sì reo, qual peggior fine io doveva sperar?». Le tragedie italiane di metà Cinquecento (1545-1565)

Disponibile in 7-10 gg lavorativi ?
€ 26,00
Dettagli
FORMATO Brossura
EDITORE I Libri di Emil
EAN 9788866804499
ANNO PUBBLICAZIONE 2023
CATEGORIA Critica e storia della letteratura
COLLANA / SERIE Biblioteca di studi e testi italiani
LINGUA ita

Descrizione

La tragedia italiana del Cinquecento ha lungamente sofferto di scarsa considerazione, sul piano critico e storiografico, a causa di valutazioni sommarie e superficiali, che ne hanno offuscato l'importanza quale genere letterario volto a presentare e discutere interrogativi politici, sociali e morali di marcata attualità. Attraverso l'esame formale e soprattutto contenutistico di diciotto testi apparsi a stampa tra il 1545 e il 1565, e l'analisi dei legami che li collegano gli uni agli altri, nonché al contesto storico e geografico di riferimento, il presente volume mette in evidenza la progressiva definizione di una koiné drammaturgica, linguistica, tematica e valoriale, funzionale alla rielaborazione di concetti e vicende dell'antichità in una chiave scopertamente performativa per il pubblico delle corti e delle accademie del tempo. Tutt'altro che ancorata alla passiva replica degli stampi greco-latini, la tragedia di metà Cinquecento appare così un genere vivo, in cui si riflettono le tensioni più acute della cultura di un'epoca, tesa fra un passato da riscoprire e un presente da ricostruire. Il volume propone un'innovativa e sistematica indagine sulla produzione tragica italiana di metà Cinquecento, mettendone in luce gli aspetti formali e contenutistici. Tra attenzione ai modelli (antichi e moderni) di volta in volta imitati e adattati e tratti originali, i diciotto testi censiti e studiati mostrano le principali linee di rinnovamento che innervano la sperimentazione drammaturgica nel tardo Rinascimento, non da ultimo nel tentativo di innestare, in opere e vicende della tradizione, impulsi tratti dalle discussioni contemporanee su questioni di politica, religione e morale.