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«Io nel pensier mi fingo». Seminario leopardiano a quattro voci
€ 14,00
Dettagli
FORMATO | Brossura |
EDITORE | Il Nuovo Melangolo |
EAN | 9788869830648 |
ANNO PUBBLICAZIONE | 2016 |
CATEGORIA |
Critica e storia della letteratura |
COLLANA / SERIE | Opuscula |
LINGUA | ita |
Descrizione
Chi di noi non conosce a memoria l'Infinito o A Silvia? Chi non ricorda la pagina dolente dello Zibaldone sul giardino malato? O quella in cui il nulla è colto come il fondamento di tutte le cose e di Dio stesso? Leopardi è un classico, e non solo per noi italiani. Ma che significa essere un grande classico? Quando e come lo si diviene? A queste domande, cogliendo un carattere essenziale della grande arte, la sua singolarità e dipendenza dalla personalità dell'autore che l'ha prodotta e insieme la sua vocazione all'universalità, la sua originalità e unicità e insieme il suo essere quasi anonima, Calvino cosi rispondeva: "I classici sono libri che esercitano un'influenza particolare sia quando s'impongono come indimenticabili, sia quando si nascondono nelle pieghe della memoria mimetizzandosi da inconscio collettivo o individuale". Questo è il grande mistero dell'arte: all'inizio v'è Giacomo Leopardi, individuo singolare e casuale fino al limite dell'accidentale, alla fine il poeta Giacomo Leopardi divenuto, grazie alla sua opera, universale e necessario nella sua singolarità. A questo e ad altri temi leopardiani guardano, da angolature diverse e persino opposte, i saggi di Pier Vincenzo Mengaldo, Rolando Damiani, Luigi Blasucci e Isabella Adinolfi raccolti in questo volume.