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Teresianum. Rivista della Pontificia Facoltà Teologica e del Pontificio Istituto di Spiritualità "Teresianum" - Librerie.coop

Teresianum. Rivista della Pontificia Facoltà Teologica e del Pontificio Istituto di Spiritualità "Teresianum"

di
€ 20,00
Dettagli
FORMATO Brossura
EDITORE OCD
EAN 9788872298312
ANNO PUBBLICAZIONE 2020
CATEGORIA Opere generali e dizionari
Religioni
LINGUA ita

Descrizione

"Dopo l'ultimo numero dedicato al binomio memoria-speranza in Giovanni della Croce, pubblichiamo questa volta un volume con una miscellanea di articoli in buona parte costituita da studi carmelitani: su Giovanni della Croce, su Edith Stein, sulla presenza dei Carmelitani nella querela quietista in Francia e per la prima volta un testo sulla carmelitana Ruth Burrows. In primo luogo offriamo un nuovo contributo di Iain Matthew sull'argomento «All Said in the Son: An Intertextual Study of Cántico (CB 11) and Subida (2S 22)». L'autore collega il famoso capitolo 22 del secondo libro della Salita alla strofa 11 della seconda versione del Cantico spirituale e mostra che la relativa staticità del Cristo, in cui secondo la Salita tutto è detto, viene arricchita dalla prospettiva dinamica, anzi escatologica della pienezza d'amore del Cantico. Viceversa ciò significa che il proposito mistico del Cantico è radicato nel Cristo del Credo. Michelle Jones è l'autrice di una tesi dottorale su Ruth Burrows e propone nel suo articolo intitolato «For Us and for Our Salvation: The Spiritual Theology of Ruth Burrows» una chiave di lettura per entrare nella proposta di teologia spirituale della carmelitana e scrittrice inglese. La citazione del Credo «per noi e per la nostra salvezza» si trova anche nella prima lettera che l'autrice ha ricevuto da Burrows e che ha orientato la sua ricerca, mostrando nella sua opera un radicamento carmelitano e un ripensamento di queste radici, mediante il proprio vissuto, in prospettiva evangelica. Il contributo di Sylvio Hermann De Franceschi su «Orthodoxie ecclésiale et spiritualité quiétiste à la fin de l'âge classique. La question de la tradition dans la querelle des nouveaux mystiques au tournant des XVIIe et XVIIIe siècles» analizza la querela quietista dal punto di vista della concezione della tradizione. Oltre alla polemica tra Bossuet e Fénelon, nella quale il secondo è riuscito - proprio mediante la sua valorizzazione della mistica - a mettere in rilievo una visione dinamica della tradizione senza però lasciare tra partentesi l'unità della fede, l'autore sottolinea particolarmente il contributo di una figura carmelitana meno conosciuta, il francese Honoré de Sainte-Marie (1651-1729) e le sue pubblicazioni di mediazione nei dibattiti sulla mistica. L'articolo di Bazyli Degórski con il titolo «Tipologia di donne nelle Vitae Patrum di san Girolamo» viene proposto in seguito all'edizione italiana delle Vitae Patrum di Girolamo, curata dallo stesso autore. Nelle tre Vitae di Paolo, eremita di Tebe, di Ilarione e di Malco, vengono presentate le figure femminili (dalla meretrice fino alla madre e padrona) e, attraverso loro, il cammino che Girolamo percorre nel concepire il rapporto con le donne. Il contributo di Nicolas Bossu, intitolato «Prévenir et réparer l'infidélité à l'école de David. Réflexions sur l'adultère dans l'Église à la lumière du Second Livre de Samuel», propone una lettura esegetica della vicenda di Davide e Betsabea (2S 11-12) e ne deduce una riflessione pastorale sulla realtà dell'adulterio e le conseguenti esigenze di ricostruzione umana e morale. Lo studio di Marcus Knaup su «Edith Stein and Bioethics» identifica nel pensiero steiniano vari aspetti della sua filosofia della natura, un po' meno approfondita nella lettura secondaria, e li mette in correlazione con le questioni bioetiche attuali, in particolare con le modalità di trattare e proteggere la vita umana nei più deboli. Infine pubblichiamo la prolusione tenuta, in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico e della festa di santa Teresa di Gesù, patrona insieme a Giovanni della Croce della nostra Facoltà, il 15 ottobre 2019. Valéry Bitar ha parlato di «Una "liturgia epifanica" per la vita del mondo» proponendo, in dialogo particolarmente con Schmemann e Corbon, di accentuare la prospettiva cosmica della liturgia."