Pasolini e stracci. Poesia civile dal 1974 al 2021

"La poesia è l'evidenza del rapporto dell'io con il noi, dell'io col mondo. Ognuno è l'unico testimone di sé stesso e di quel che pensa, e a questo mi sono attenuto cercando di essere il più possibile fedele a me e alla realtà di cui parlo, per come io l'ho vissuta. È proprio in questa consapevolezza del ricordare, singolo, mai plurimo, che mi sono messo a scrivere di fatti di cronaca in forma di poesia, senza peraltro avere la minima supponenza che lo siano, nella convinzione delle mie poche sicurezze. La poesia nasce dall'ascoltarsi. So bene che questo risulta il più delle volte problematico e anche pericoloso, perché non siamo tutti uguali e ciascuno agisce su proprie convinzioni spesso alterando o interpretando in modo errato la realtà e il racconto. Basta essere autentici, e aperti alla comprensione del senso più profondo della realtà che spesso sembra sfuggire. Resto convinto che la poesia sia impegno, sia cioè la chiara rappresentazione delle riflessioni del nostro io interiore sulla realtà del mondo. Poi, ognuno la pensi pure come vuole".